Fiera in mensa 2010: considerazioni finali
FieraInMensa nona edizione: considerazioni finali.
A Cosenza nella scorsa metà di marzo ha avuto luogo Fierainmensa giunta quest’anno alla sua nona edizione. Il tema sul quale si è voluta incentrare l’attenzione non poteva ignorare i gravi fatti di Rosarno dove c’è stata una vera e propria “caccia al nero” ma nemmeno si è voluto ignorare quanto accade a Cosenza dove i Rom rumeni accampatisi da anni in località Vagliolise, sono stati oggetto di numerosi provvedimenti fra i quali tentativi di sgombero e di espulsione. Non a caso fierainmensa si è aperta con l’incontro “Romsarno”.
L’appuntamento, cresciuto nel corso del tempo, è diventato una autentica “festa delle culture” infatti, non solo i numeri di pasti serviti a sera sono aumentati ma anche tutti gli altri servizi correlati dal dormitorio alle attività culturali passando per l’internet point si sono ulteriormente consolidati.
Senza dubbio non sono mancate le difficoltà soprattutto logistiche dovute, per lo piu’, a fattori esterni: il Comune di Cosenza che non forniva piu’ i numerosi tavoli occorrenti, le consuete inefficienze delle FFSS tuttavia Fierainmensa è andata avanti e anzi non ha mancato di sperimentare nuovi percorsi. L’importante novità di questa nona edizione è stata, infatti, la partita di calcio Clandestino FC (squadra di migranti che vivono a Cosenza) contro il Cosenza Calcio 1914, l’evento ha contribuito al finanziamento di tutta fiera in mensa (sono stati raccolti oltre mille euro) e soprattutto ha permesso di avviare ulteriori forme di socialità attraverso lo sport.
Gli appuntamenti culturali hanno continuato a registrare interesse e partecipazione sia da parte dei migranti che da parte dei volontari; questi ultimi hanno potuto apprezzare la ciranda curata da Lindara Nobre Costa. Le mostre fotografiche di Andrea Scarfò e della Scuola del Vento, l’istallazione curata da Ivana Russo hanno colto l’attenzione dei numerosi visitatori avvicendatisi presso le Officine Babilonia dove hanno avuto luogo anche i partecipati concerti serali fra i quali si ricordano soprattutto quello dei TransEuropaExpress e di Baba Sissoku e Deja Vù occasioni particolari di socializzazione fra diverse etnie e che hanno permesso di vedere ragazzi senegalesi che ballavano al ritmo delle musiche gitane, giovani volontari coinvolti dalla frenesia dei djambè.
In definitiva, malgrado alcune defaillance esterne all’organizzazione, si può trarre un bilancio complessivamente positivo quello della nona edizione di Fiera in mensa. Occorre, adesso che sono chiuse le porte della mensa, riflettere sull’autentico valore di questo momento non esclusivamente attraverso un’ottica umanitaria ma anche culturale; uno dei primi passi da cui muovere questa riflessione non potrò essere slegata al luogo in cui si svolge, da alcuni anni, Fierainmensa ovvero l’ex deposito ferroviario. In questa area operano diverse realtà ed associazioni caratterizzate da diverse finalità e attività ma accomunate dalla medesima voglia di ridare vita ad uno spazio dimesso della città, effettivamente questo luogo della città esprimere forse, il senso piu’ autentico di Fiera in Mensa: incontro fra le diversità da cui scaturisce un equilibrio talvolta anche precario ma, comunque, portatore di innovazioni e sperimentazioni.