Cosenza Babylon: cos’è accaduto.

  • Giugno 30, 2010 01:19

Dalle suggestioni suggerite dalla visione del docufilm “Berlin Babylon”  del regista tedesco Hubertus Siegert le Officine Babilonia hanno elaborato l’evento “Cosenza Babylon”che si è svolto a Cosenza nel mese di giugno 2010.

Il film attraverso un linguaggio fortemente evocativo, supportato da una importante colonna sonora, curata dagli Einstuerzende Neubauten, documenta quelli che sono stati gli enormi mutamenti strutturali vissuti dalla città di Berlino, all’indomani della caduta del muro. La città è stata letteralmente investita da colate di cemento; schiere di acclarati architetti hanno progettato il volto nuovo della città: ha inizio, quindi, una imponente operazione di speculazione edilizia che ha condotto all’abbattimento di numerosi edifici, simboli di un passato prossimo che , tuttavia affonda le sue radici nella grande catastrofe della seconda guerra mondiale. Oltre a quest’opera di ricostruzione, tuttavia, ha avuto luogo una vera e propria erosione, ovvero uno sfruttamento di quel terreno che fino all’esistenza del muro era interdetto all’edificazione.

A partire da queste considerazioni è stato possibile ricollegare la situazione di Berlino negli anni novanta a quanto recentemente accaduto a Cosenza. Questa piccola città del meridione d’Italia, in effetti, ha vissuto e ancora continua a vivere una esperienza che ha determinato un abnorme sviluppo della speculazione edilizia e così, mentre a Berlino crollava il muro e si aprivano le porte alla cementificazione a Cosenza dopo essere crollata la barriera dell’ex rilevato ferroviario, si dava il via all’invasione del cemento.

La “barriera” del rilevato fino agli anni novanta aveva diviso la città in due settori : da un lato la Cosenza “bene” dall’altro lato il quartiere  Gergeri e via Popilia: uno spaccato popolare ben diverso dal resto della città più o meno borghese. A Cosenza si inizia così a costruire ovunque: nascono nuove arterie stradali lungo le quali spuntano, con sempre maggiore densità, enormi palazzi. Senza dubbio nella città bruzia non si assiste al reale crollo dei vecchi palazzi, come è accaduto a Berlino, ma un crollo simbolico si è registrato anche a Cosenza: basti pensare al centro storico via via degradato e abbandonato a se stesso: un enorme crollo , una grande dismissione storica che ancora testimonia la reale decadenza che si nasconde dietro le facciate dei palazzi nuovi e scintillanti.
Le case crollano, i palazzi nuovi si innalzano al cielo senza alcun rapporto reale con i luoghi, la storia e le esigenze degli abitanti della città: ecco cosa lega Cosenza a Berlino ed  ecco perchè è stato dato corpo a Cosenza Babylon.

La modificazione che ha investito la città non è stata priva di rivolti, in primo luogo umani e sociali oltre che economici e “meramente” paesagistici, forse è anche per questo motivo che numerosi sono stati gli artisti che hanno  parteciapto alla estemporanea d’arte che ha dato vita alla collettiva “dismissioni  urbane” . Attraverso questa esperienza collettiva, cara al modus operandi delle Officine Babilonia,  hanno preso corpo una pluralità di voci e linguaggi artistici provenienti dalla città. Un momento significativo è stato anche quello del dibattito che ha permesso di avere la testimonianza – quella di Claudio Metallo – sulle vicende di un ex mercato a Bologna che è stato recuperato per fini sociali e culturali  (l’xm24)  mentre gli Architetti Gabrio Celani e Fedele Marino hanno offerto un punto di vista tecnico sia sul passato sviluppo urbano della città sia su una possibile e reale progettazione partecipata.Claudio Dionesalvi, moderatore del dibattito, ha cercato poi di far emergere possibili strade per la salvaguardia e lo sviluppo dell’area delle ex officine della Calabria. Le considerazioni dell’artista Nando Segreti hanno, infine, ricondotto la discussione sui binari delle sensazioni e dei ricordi di una città vecchia ormai sull’orlo del declino. A seguire i numerosi interventi dal pubblico si sono posti soprattutto su questo tracciato: Cosenza come città dismessa ma anche come città intesa quale possibile area da recuperare con progettazioni ed azioni dal basso.

Altro momento significativo dell’evento è stato il  reading “Cosenza Babylon” nato dalla collaborazione di Officine Babilonia con Emilio Nigro e Marisa Righetti  per la casa editrice Coessenza e l’attrice Serena Ciofi. L’idea di questa performance, scaturita dall’esigenza di parlare della cementificazione da un punto di vista dei sentimenti e delle suggestioni, ha fatto nascere questo intersecarsi di immagini di Berlino e Cosenza,  di testi provenienti dal cuore dell’Europa e poesie della periferia dell’Africa. Musiche industrial hanno conferito, alle diverse voci, un ritmo ora cupo e decadente, proiettato verso il futuro ma con gli occhi rivolti al passato.

Le musiche del progetto Advaita hanno regalato momenti di interessante sperimentazione musicale, sospesi fra sonorità elettroniche e suoni ancestrali delle percussioni che sembrano quasi rievocare archetipi musicali. La performance “ la macchina del tempo” nata anch’essa da forme di collaborazione artistica maturate all’interno del laboratorio creativo delle officine ha dimostrato, ancora una volta, le numerose possibilità di sperimentazione e contaminazione artistica esito, in questo caso, della palestra di giocoleria che ha trovato spazio proprio nelle Officine Babilonia.